domenica 31 agosto 2008

Il nuovo Canale di Panama

Dall’anglosassone sito di informazione glbt Pink News riporto una buona notizia proveniente dall’America Centrale.

“Il Presidente Martin Torrijos Espino ha depenalizzato l’omosessualità a Panama (nella foto un'immagine del Pride 2007). Il 29 luglio il Presidente Espino e il ministro della Sanità Rosario E. Turner hanno firmato un decreto per l’abrogazione di una legge del 1949 (!) che considerava il rapporto omosessuale un reato penale da punire con una multa di 500 dollari o con la condanna al carcere. La depenalizzazione è giunta a seguito delle proteste del gruppo New Men and Women of Panama, così come riportato dal San Francisco Bay Times. Il divieto di rapporti omosessuali è stato considerato incoerente con il trattato internazionale dei diritti umani ratificato da Panama, e con la stessa Costituzione panamense. La legge, inoltre, era in conflitto con la politica del Ministero della Salute finalizzata a preservare il rispetto per le preferenze sessuali di ogni individuo, senza l’esistenza di qualsiasi tipo di discriminazione, nell'ambito dei programmi legati alle malattie sessualmente trasmissibili (...)” (Rachel Charman)

Il Canale di Panama si tinge d’arcobaleno.

sabato 30 agosto 2008

Urban friendly

Riporto una buona notizia legata al mondo della musica dal sito R&B Junk: Kanye West, rapper afro-americano e leggenda delle sonorità R&B, si è schierato apertamente in difesa delle diversità e in particolare contro l’omofobia. Un fatto che ha del rivoluzionario, tenendo conto dell’ambiente machista e discriminante del cosiddetto mondo “Urban”.

Ecco le sue parole in presa diretta: Aprite le vostre fottute menti, aprite le vostre menti. Accettate le persone diverse da voi, e lasciate essere le altre persone come sono. Ci sono state tante persone che mi hanno chiamato gay solo perchè portavo dei Jeans più attillati rispetto agli altri, o perchè gli dicevo “come fai a dire frocio” di fronte ad una persona gay trattandola male come se niente fosse! Questa merda è irrispettosa. Vengo da Chicago, dove se vedi un ragazzo gay dovresti stare alla larga almeno a 10 passi di distanza. È tempo di rompere con queste cose, con gli stereotipi, con le paure, con questa dichiarazione vorrei ottenere che la gente cominci a credere in ciò in cui credo io, accettare le persone per quello che sono… molti di loro sono talenti puri, e se fanno qualcosa di speciale per il mondo, vengono comunque discriminati. Ho volato in giro per il mondo, e sono tornato qua per dirvi, aprite le vostre fottute menti e vivete una vita più felice…”

Qualcuno informi Fabri Fibra, please.

venerdì 29 agosto 2008

Non vedo, non schecco, non parlo

E dopo i fiumi di articoli dedicati all’episodio del picciotto mafioso violentato in carcere perché ritenuto omosessuale, è arrivata tre settimane fa da Palermo anche la smentita ufficiale del Garante dei Detenuti attraverso un comunicato dell’AGI: “Nessun episodio, di violenza sessuale con le caratteristiche descritte dai servizi stampa, si è mai verificato, nel periodo di tempo indicato, nel carcere di Piazza Lanza”. Lo sostiene il garante dei detenuti della Regione Sicilia, il deputato del Pdl Salvo Fleres, a proposito del caso del detenuto di mafia creduto gay perché scriveva poesie, e stuprato dai compagni di cella, riportato dai giornali nei giorni scorsi. Fleres in una nota informa di aver chiesto notizie al provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria in Sicilia e che questi dopo “accurate ed approfondite indagini presso l'infermeria del carcere” ha escluso che un fatto di quel genere sia mai accaduto.

Insomma: se una brutta notizia viene smentita diventa una buona notizia (anche se resta in sospeso una domanda: perché qualcuno avrebbe inventato una storia del genere?).

giovedì 28 agosto 2008

E vissero tutti gai e contenti

Andando a ripescare tra le notizie di quest’agosto appena trascorso, mi sono imbattuto in un fatto accaduto in quel di San Benedetto del Tronto (AP) che merita di essere evidenziato.

Protagonisti/e dell’evento sono alcuni/e ragazzini/e dai 6 ai 14 anni del Centro Comunale Estivo della cittadina marchigiana che, con il coordinamento della cooperativa sociale Systema, hanno messo in scena una recita decisamente atipica il cui tema è quello delle favole, ma in chiave postmoderna. In breve la trama è questa: il Principe Azzurro partecipa come tronista ad un episodio trash di “Uomini e donne” di Maria De Filippi, e le immancabili Biancaneve, Cenerentole e Belladdormentate tentano di conquistarne il cuore. Il finale però riserva un colpo di scena: il Principe Azzurro sceglie alla fine un ragazzo come suo compagno (il presidente della cooperativa dichiarerà in seguito che il principino ha scelto un “compagno di giochi” del suo stesso sesso, senza fare esplicitamente coming out).

Duplice, quindi, la buona notizia:

1. il tema dell’omosessualità, attraverso il linguaggio metaforico del teatro, entra in un contesto (quello dell’età scolare) in cui tradizionalmente è considerato tabù;

2. il tabù violato ha suscitato la reazione (pacatamente) indignata di un solo genitore, mentre il resto dell’affollato teatro, inclusi i rappresentanti delle istituzioni, ha applaudito con entusiasmo all’iniziativa.

E noi, ovviamente, ci uniamo all’applauso!

Il progressismo dei Conservatori

Una buona notizia dalla Gran Bretagna (tratta dal quotidiano on line “L’opinone delle Libertà”), passata un po’ nell’indifferenza della canicola d’agosto: l’ala conservatrice del governo inglese fa autocritica in materia di diritti glbt. E lo fa per voce del ministro-ombra Micheal Gove: Abbiamo dimostrato troppi pregiudizi” ha ammesso l’autorevole esponente del partito guidato da David Cameron, attualmente all’opposizione, e aggiunge che le unioni civili sono “giuste e morali”, perché testimoniano “impegno e dedizione nei confronti del partner”.

Gli fa eco un’altra esponente dello stesso schieramento, Margot James, dichiaratamente lesbica e convivente con un’altra donna. Fa politica sin da giovane ed è una delle candidate di punta del partito Conservatore. La James ammette candidamente che il suo orientamento sessuale non è affatto in contrasto con la visione del partito, aggiungendo anche di non essere l’unica omosessuale dello schieramento, citando il Segretario di Stato Ombra per Finanza, Impresa e Riforma, Alan Duncan, gay dichiarato, nonché libertario convinto.

In sostanza la svolta dei conservatori inglesi è rivolta ad una riduzione ai minimi termini della presenza dello Stato nella vita dei cittadini, in tutti i campi, etica compresa, in nome di un liberismo che fu già economico negli anni ‘80 con la Margaret Thatcher e ora trova continuità in campo sociale con un occhio di riguardo ai diritti glbt.

God save the queers!

venerdì 8 agosto 2008

Doppia coppia e... poker!

Una buona notizia direttamente da Riverside, California.

Riporta il sito del Daily Mail: “Karen Wesolowski e Martha Padgett, compagne di vita, desideravano così tanto avere dei figli “insieme” che… ora si ritrovano ad avere in un giorno solo quattro bambini/e. Una coppia di gemelli! Andrew e Sienna sono nati da Karen Wesolowski, e Sophia e Alex da Martha Padgett: un maschio e una femmina per ciascuna. Tutti e quattro nati nello stesso giorno e tutti e quattro fratelli e sorelle (nella foto il ritratto di famiglia). Sì, perché i bebè sono stati concepiti dagli ovuli di Martha e dallo sperma di un donatore, con fecondazione in vitro. Due embrioni erano stati impianti in Karen, due in Martha (…).

Era da tre anni che la coppia provava ad aver figli, inutilmente. E per Karen, fisioterapista di 42 anni, l’orologio biologico stava facendosi martellante. “Avevamo provato per tre anni ed eravamo esauste” (…)

“Abbiamo provato letteralmente di tutto e speso tanti soldi. Quindi quando Martha mi ha detto che avremmo dovuto impiantare entrambe i suoi ovuli, ho pensato ‘perché no?’.” (…)

“Adesso abbiamo quattro bambini che sono tutti fratelli e sorelle” afferma Karen. “La nostra famiglia è completa”.
E ha ben ragione di dirlo. Tra l’altro anche Julia, la primogenita di Martha, vive con le due donne. E per le feste canoniche come Natale e compleanni si unisce anche David, l’ex marito della Padgett, da sempre favorevole alla nuova vita della ex compagna.

Alzi la mano chi ancora non crede alle favole.

mercoledì 6 agosto 2008

Il lento cammino del progresso

“Il semplice fatto che uno dei genitori sia omosessuale non giustifica – e non consente di motivare – la scelta restrittiva dell’affidamento esclusivo”. Con queste parole il tribunale di Bologna ha disposto l’affidamento condiviso di una bambina ad entrambi i genitori, uno dei quali, il padre, dopo anni di matrimonio aveva compreso e coraggiosamente affrontato la propria reale identità sessuale.”

Così scrive Lucia Boccadamo sul sito www.personaedanno.it , e prosegue citando una sentenza del Tribunale di Napoli a cui ha fatto riferimento il giudice di Bologna: “La contrarietà all’interesse del minore non può certo ritenersi insita nella identità omosessuale del genitore, così come non può esserlo nelle “opzioni politiche, culturali, religiose, che pure sono di per sé irrilevanti ai fini dell’affidamento”, poiché “l’omosessualità, infatti, e beninteso, è una condizione personale, e non certo una patologia, così come le condotte/relazioni omosessuali non presentano, di per sé, alcun fattore di rischio o di disvalore giuridico, rispetto a quelle eterosessuali

Il padre gay, quindi, salvo non dimostri di essere persona per altre ragioni inadeguata - non diversamente che un eterosessuale - è non solo genitore meritevole di ottenere l’affidamento condiviso della propria figlia, ma è perfettamente in grado di “rispettare le esigenze e i diritti della figlia, di condurla in ambienti e di garantirle orari e stili di vita adeguati alla sua età” e di “assumere pienamente la responsabilità genitoriale, compito cui è chiamato alla pari della madre”.

(…) Il decreto del tribunale di Bologna presenta i tratti di una tappa rispettosa e discreta ma inesorabile nel segno del progresso della società.

Lucia Boccadamo conclude citando, tra l’altro, la pronuncia della Corte di Cassazione 25.7.07, n. 16417, che definisce (finalmente) l’omosessualità come “condizione dell’uomo degna di tutela in conformità ai precetti costituzionali” e manifestazione del “diritto alla realizzazione della propria personalità”.

Come fa ben sperare anche il decreto del tribunale di Bologna, la strada è aperta; bisogna solo avere le scarpe giuste per percorrerla.

martedì 5 agosto 2008

Volemose bbene!

In questo clima di buonismo dilagante viene addirittura riesumato/riabilitato Sua Machità il duce e tutta la sua progenie.

La Sandrocchia Mussolini infatti, gettando un velo pietoso sulla frase “meglio fascista che frocio” – pronunciata in diretta tv qualche tempo fa da quelle stesse spropositate labbra – afferma con certezza che nonno Benito non odiava i gay.

Nell’intervista rilasciata a Klauscondicio è categorica: “assolutamente, non li odiava. Ricordo che la mia famiglia aveva tantissimi rapporti di amicizia con omosessuali. Approfitto di questa occasione per rivelare che i più grandi amici di mia zia Edda erano gay".

Sul fatto che migliaia di gay siano stati mandati al confino la Mussolini tiene a precisare che: “non nego affatto il dato storico ma dipingere la famiglia Mussolini come omofoba è sbagliato”.

Poi si sbilancia ulteriormente su proposte legislative: “Sì alle adozioni ai single. Sì anche alle adozioni per le coppie fatto”, argomentando diffusamente questa presa di posizione.

Quest’ultima affermazione ha smosso gli animi e richiesto interventi da parte dei parlamentari di vari schieramenti, incluso il suo.

Il che è decisamente più positivo dell’immobilità.

lunedì 4 agosto 2008

Piccoli transgender crescono

La Thailandia è uno stato asiatico con 64 milioni di abitanti, un pil procapite di 8.000,00 dollari (che lo posiziona all’89° posto al mondo), ed un 70% di persone che vivono di agricoltura.

Kampang è una città Tahilandese, con una scuola piena zeppa di adolescenti, in gran parte figli di agricoltori, e di questi tra il 10 e il 20% si riconoscono nella categoria dei lady-boys.

In Thailandia vengono chiamati lady-boys i giovani transgender, adolescenti che sentono di essere imprigionati in un corpo maschile che non gli appartiene, con le loro rispettabili esigenze in fatto di toilette.

Il Preside, Sitisak Sumontha, uomo illuminato e rispettoso di tutte le diversità, ha deciso di istituire una terza porta con i servizi igienici per i lady-boys: dei bagni circondati da fiori e piante tropicali, talmente puliti da aver meritato il “Premio Nazionale per l’Igiene”.

I piccoli transgender possono quindi attraversare senza imbarazzo quella porta, corredata da un simbolo rosso e blu che rappresenta una figura metà bimbo e metà bimba (nella foto), per essere liberi di mettersi il gel nei capelli, un po’ di crema sul viso, e fare un leggero make-up senza rischiare di superare i limiti imposti dal regolamento, ma abbastanza per imparare ad accettarsi valorizzando la propria identità di genere.

“Non siamo maschi”, ha raccontato Triwate Phamanee, 13 anni, uno degli studenti della scuola di Kampang fermamente convinto che un giorno cambierà sesso. “Per questo non vogliamo usare il bagno dei maschi. Vogliamo che si sappia che siamo transgender”. Dello stesso avviso Vichai Saengsakul, 15 anni: “La gente deve sapere che essere transgender non è uno scherzo, è il modo in cui vogliamo vivere la nostra vita. Per questo siamo grati alla scuola per quello che ha fatto”.

Sarebbe bello sentire i giovani studenti dell’evoluto occidente usare toni simili di orgoglio e gratitudine, senza rischiare di beccarsi un 7 in condotta… o di essere imbottiti di Ritalin!

domenica 3 agosto 2008

Assicurazioni friendly

Da l’Unità del 27 luglio.

“Il suo compagno era morto a gennaio in un incidente. Ora l’assicurazione lo risarcisce. Ma sono una coppia omosessuale (…).

Il risarcimento è stato reso possibile dal fatto che la coppia è di origine francese e oltralpe aveva formalizzato la propria unione grazie ai Pacs. I due vivevano a Venezia da anni, ma avevano mantenuto la residenza a Parigi proprio perché lì veniva riconosciuta la loro relazione (…).

L’avvocato della coppia (…) ha convinto anche la direzione italiana delle Assicurazioni Generali ad attuare lo stesso comportamento che avrebbe tenuto in Francia. E così, per il pensionato rimasto solo, giustizia (francese) è fatta”.

Dall’Ansa del 29 luglio.

“Una donna è stata risarcita dall’assicurazione di una struttura ospedaliera per la morte della compagna, vittima di un errore di cura. Lo riferisce il portavoce del tavolo Lgbt (…) del Pd, Marco Volante (…). L'assicurazione dell'ospedale ha liquidato alla donna (…) il danno in via stragiudiziaria senza pretendere altra documentazione che quella comprovante l'effettiva convivenza (…). A differenza della coppia francese che aveva contratto una forma di unione in Francia, le due donne, precisa Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, non avevano alcun titolo neppure contratto all'estero” (…)

Due eventi, avvenuti a breve distanza l’uno dall’altro, con un evidente punto in comune; le compagnie assicurative hanno anticipato, con una decisione destinata a fare storia, quello che il nostro Parlamento non è ancora riuscito a fare: il riconoscimento di una coppia di fatto.

sabato 2 agosto 2008

Contrordine, compagni/e!

Peppone e Don Camillo non avrebbero mai immaginato tanto!

Ebbene sì: le Drag Queen del “Mamamia” di Torre del Lago hanno conquistato anche la serata di chiusura della Festa de l’Unità – o Festa Democratica che dir si voglia – di San Miniato (Pisa), scalando con tacchi vertiginosi e boa di struzzo la rossa roccaforte del ballo liscio e della ruota del prosciutto. E sono riuscite con ombretto, ciglia finte e rossetti glitterati nell’ardua impresa di mettere d’accordo l’anima più marxista e la parte più cattolica del PD (ciò che il “dialogante cronico” Uòlter Veltroni non è ancora riuscito a fare).

In realtà non è la prima iniziativa del genere. Già nel 2007 il gruppo drag Les Artistes del Circolo glbt Maurice di Torino si è esibito con grande successo sui palchi di Liberafesta (la festa di Rifondazione) a Biella e a Torino, portando tra compagni/e sopraggiunti/e in gran numero il loro slogan: “Se le buone idee devono avere buone gambe per camminare, noi abbiamo deciso di farlo camminando sui tacchi”.

Yes, we drag!

venerdì 1 agosto 2008

We are R.E.A.D.Y.!

Data l'immobilità dei poteri centrali in materia di orientamento sessuale e identità di genere, in questi ultimi anni le amministrazioni locali hanno fatto notevoli passi in avanti, pur muovendosi con cautela tra i paletti infilzati qua e là lungo il periglioso sentiero della giurisdizione italiana.
Uno dei risultati più rilevanti - e ancora poco noti - è la nascita avvenuta nel giugno 2006 di R.E.A.D.Y., la rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni, con lo scopo di promuovere un'attenzione permanente all'emersione dei bisogni della popolazione glbt e di realizzare campagne di comunicazione sociale contro l'omofobia. Ecco una sintesi degli scopi che si pone la Rete:
a. promuovere presso le Pubbliche Amministrazioni un’attenzione permanente all’emersione dei bisogni della popolazione lgbt (…);
b. diffondere i propri obiettivi e le esperienze realizzate nel territorio nazionale attraverso idonee campagne di comunicazione sociale;
c. promuovere nuove adesioni alla Rete e la realizzazione di azioni positive;
d. intraprendere iniziative di dimensione europea (…);
e. porsi presso i Ministeri competenti quale interlocutore attivo per l’affermazione dei diritti di piena cittadinanza delle persone lgbt e per il superamento delle discriminazioni;
f. organizzare una giornata tematica con eventi diffusi sul territorio nazionale (ad esempio il 17 maggio giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia);
g. operare per la diffusione presso le Pubbliche Amministrazioni delle esperienze formative realizzate dai partecipanti alla Rete (…);
Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino sono, unitamente ad altri enti locali, tra i fondatori della rete. Uno dei risultati più evidenti è l’istituzione del Servizio Lgbt (nella foto il logo) presso il Settore Pari Opportunità e Politiche di Genere del Comune di Torino, un organo ufficiale che mette in contatto le realtà glbt del territorio con le istituzioni, rendendo così possibile il dialogo tra due realtà apparentemente distanti.
La buona notizia è che il neoeletto Nicola Zingaretti ha formalizzato pochi giorni fa l’adesione alla rete R.E.A.D.Y. della Provincia di Roma, forse per dare un segno chiaro a seguito dei recenti episodi omofobici verificatisi nella capitale.
Con buona pace del neoeletto sindaco Gianni Alemanno e di chi continua solo ad indignarsi a parole.