martedì 2 settembre 2008

5 in condotta

Una buona notizia si riconosce dal fatto che fa sorridere. E direi che questa storia del parcheggio/battuage dell’ospedale di Treviso rientra a pieno titolo nella categoria.

Facciamo prima un passo indietro, nell’agosto 2007, quando il vicesindaco trevigiano Giancarlo Gentilini intende cacciare i “culattoni” – appellativo da lui stesso gentilinimente concesso – che si incontrano nottetempo in cerca di un contatto segreto nei pressi del famigerato parcheggio, e promette il pugno di ferro e l’aumento dei controlli nella zona.

Non ho in mente la fisionomia del vicesindaco, ma mi piace immaginarlo nei panni di una maestrina isterica che rincorre i ragazzini con la bacchetta in mano per redarguirli urlando con la voce stridula frasi incomprensibili. Il risultato è l’accusa di omofobia e l’organizzazione di un “kiss-in” di massa che trasforma la città nella capitale estiva dell’orgoglio gay.

Trascorre un anno, e arriviamo all’agosto 2008: una rete televisiva locale decide di tornare nel parcheggio con telecamere nascoste. La Maestra Gentilini visiona il filmato e… sorpresa! Quei monelli continuano a baciarsi e palpeggiarsi come se nulla fosse! Questa volta l’ira della maestrina isterica si rivolge alle forze dell’ordine che non hanno rispettato le sue direttive, e promette al rientro in classe dopo le vacanze di “prendere provvedimenti” e mettere “tutti in fila” (quelle virgolettate sono parole sue).

Al di là dell’inevitabile sorriso, la buona notizia è che, fortunatamente, le ossessioni di un singolo soggetto spesso non vengono assecondate dalla collettività, e che le forze dell’ordine hanno facoltà di scelgliere di utilizzare le loro (scarse) risorse dove ritengono più utile, senza dover necessariamente soddisfare i capricci della maestrina, del vicesindaco o del presidente del consiglio di turno.

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