mercoledì 24 settembre 2008

Ordem e progresso.

In California piovono soldi per difendere le unioni tra persone dello stesso sesso: i più noti donatori e sostenitori della causa sono, al momento, Brad Pitt (non so se mi spiego...) e Steven Spielberg, che staccano orgogliosamente un assegno a testa da centomila dollaroni per dire no al referendum del prossimo novembre, la cosiddetta "Proposizione 8" (qui il testo in inglese), che ha l'obbiettivo di modificare la Costituzione della California allo scopo di riconoscere come matrimonio soltanto l'unione tra un uomo e una donna.
Un po' più a sud intanto, nonostante non arrivino i finanziamenti a sei cifre dei ricchi U.S.A., si registrano notevoli progressi politico/sociali in materia di diritti glbt. Continua infatti la trasformazione del Sud America, una graduale evoluzione per lo più ignorata dai media italiani, ma che prosegue comunque, e possiamo ben sperare che in un futuro prossimo raggiunga anche la vecchia Europa, come già accaduto in passato con Lambada, Tango e Samba...
In Argentina una sentenza di un giudice di Mar de la Plata ha concesso l'autorizzazione ad una transessuale di cambiare sesso sui propri documenti senza doversi sottoporre all'operazione chirurgica. Per chi non riuscisse a cogliere l'importanza di questa innovazione legata al rispetto dei diritti individuali e identità di genere, ricordo che in Italia, ad esempio, una trans che non intenda fare l'operazione è riconosciuta ufficialmente per tutta la vita con il nome maschile di nascita anche se ha già effettuato la transizione da un punto di vista estetico/ormonale. Idem e viceversa, ovviamente, per un trans che fa il passaggio da donna a uomo. L'unico esempio positivo di cui sono a conoscenza è quello dell'Università di Torino, caso esemplare in Italia in cui dal 2006 uno/a studente/ssa in fase di transizione può ottenere un secondo libretto universitario con l'identità in cui più si riconosce.
Ma tornando in Sud America, vorrei segnalare le dichiarazioni del Presidente del Brasile Luis Inacio Lula Da Silva. in materia di unioni civili riportando un estratto da Gay.it:
"(...) Il presidente ha dichiarato di essere a favore delle unioni civili. "Dobbiamo mettere fine a questa ipocrisia perché sappiamo che esistono - ha dichiarato in un'intervista ad una TV locale -. Ci sono uomini che vivono con altri uomini e donne che vivono con altre donne e molto spesso vivono straordinariamente bene. Costruiscono una vita insieme, lavorano insieme e io sono favorevole".
(...) Lula non ha perso l'occasione per attaccare chi si oppone ai diritti dei gay. "Una cosa che mi sorprende è il perché i politici che sono contrari non rifiutano i loro voti, perché, ad esempio, il Brasile non rifiuta le loro tasse. La cosa importante - ha continuato il presidente - è che siano cittadini brasiliani, che si impegnino per il bene comune. Io sono favorevole alle unioni civili".
Lula ha aggiunto che il Congresso sta lavorando su questo tema. (...) A giugno Lula è stato il primo presidente a lanciare una conferenza con il solo scopo di promuovere l'uguaglianza per le persone lgbt, nella quale ha annunciato il suo supporto per i diritti dei gay ed ha dichiarato di voler fare "tutto il possibile per la criminalizzazione dell'omofobia e l'approvazione delle unioni civili".
Impossibile non citare a questo punto l'ispiratore del motto del positivismo di Auguste Comte che compare sulla bandiera brasiliana: "L'Amour pour principe et l'Ordre pour base; le Progrès pour but" ("L'amore come principio e l'ordine come base; il progresso è lo scopo").

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