mercoledì 26 novembre 2008

Questo puzzle puzzle mondo

Proviamo a spostarci in oriente, per vedere che si dice in ambito glbt. L'occasione ci è offerta da Bollywood, l'elefantiaca industria cinematografica indiana, con l'uscita di un nuovo film: "Dostana" (che significa "amicizia") è una commedia che racconta la storia di due uomini, Sameer e Kunal, che si fingono gay per convivere con una donna, Neha (qui la scheda del film). Sembrerebbe tutto tranquillo, invece occorre analizzare alcuni aspetti del subcontinente indiano per capire quanto sia rivoluzionaria la presenza della tematica gay con un impatto familiare e rassicurante all'interno di un film proiettato in migliaia di sale del Paese, recitato da attori di forte richiamo, e diretto da Karan Johar, regista importante ed aprezzato nonchè impegnato nell'abolizione dell'articolo 377.
L'articolo 377 del Codice Penale, redatto nel 1860 da Lord Thomas Macaulay e pesante eredità del colonialismo inglese, ancora oggi prevede la pena detentiva per tutti gli atti sessuali considerati "innaturali"(e qui, oltre al rapporto prettamente omosessuale, vengono inseriti in generale il rapporto anale, quello orale, arrivando addirittura alla zoofilia). 
Tornando indietro di qualche migliaio di anni, c'è da notare che nei testi sacri e filosofici, come il Rig Veda e il Kama Sutra, l'omosessualità era ben presente (v. Wikipedia), con un principio di base che sosteneva semplicemente che "in tutto ciò che concerne l'amore, ognuno deve agire in accordo con i costumi del proprio paese e con le proprie inclinazioni" (Kama Sutra, cap IX). 
Le testimonianze del legame tra orientamento/identità e sacralità nella secolare cultura indiana sono innumerevoli, da personaggi dichiaratamente omosessuali e lesbiche, a travestiti ed ermafroditi, ma la più eclatante è legata sicuramente al mondo transgender: sono infatti ben integrati anche nella società contemporanea gli Hijras, transgender MtF, un terzo genere considerato a sé stante, devoti a Ardhanarisvara (nell'immagine la divinità metà uomo e metà donna). 
Tornando in epoca post-colonialista i passi in avanti ultimamente sono stati enormi: l'informazione globale, l'associazionismo, la sensibilizzazione, hanno portato ai tre Pride (a New Delhi, Calcutta e Bangalore) organizzati per la prima volta nel 2008. Oggi esistono numerosi movimenti per la difesa dei diritti glbt, come ad esempio la GALVA (Gay And Lesbian Vaishnava Association), e proprio le forti istanze dei movimenti hanno portato a settembre di quest'anno l'Alta Corte indiana, in collaborazione con la ministra della Sanità Anbumani Ramdoss, a porre la questione al governo, obbligandolo ad alcuni giorni di animata discussione. I primi passi sembravano avviati nella direzione giusta, e la situazione lasciava ben sperare riguardo la depenalizzazione. Purtroppo, però, ha vinto l'ala conservatrice, e il codice penale è rimasto invariato. Ma qualcosa ormai si è mosso.
Per dare un altro segno dell'evoluzione indiana - e delle contraddizioni insite al sistema - segnaliamo un'altra notizia di alcuni giorni fa che ha del surreale: una coppia gay israeliana ha potuto avere un figlio grazie alla maternità surrogata di una mamma indiana. Il piccolo è nato il 12 ottobre scorso nella provincia di Bandra, in uno stato in cui - lo ricordiamo - la sodomia è punita con l'ergastolo. La famigliola tornerà in Israele, un paese in cui le coppie omosessuali non si possono sposare nè adottare figli, ma se la coppia si sposa all'estero e il figlio si sottopone alla prova del DNA, allora al nucleo verranno riconosciuti tutti i diritti di una famiglia "naturale". 
Viviamo in un mondo che sembra una specie di complicato puzzle: certo, riunendo tutti i pezzi si elude la schizofrenia. Ma forse sarebbe più facile essere meno ipocriti e lasciare maggiore libertà di amare. Ovunque.

martedì 25 novembre 2008

Meglio un giorno da pinguino...

Sbarcano in Italia direttamente dal loro salotto borghese i due pinguini più gay e più simpatici della storia dei pinguini gay e simpatici. Gus & Waldo sono i due personaggi realizzati dalla creatività di un italiano, Massimo Fenati, fumettista e pubblicitario trapiantato a Londra dal 1995: una coppia di pinguini innamorati, minimali nell'estetica ma ricchi di carattere, che hanno già conquistato il pubblico inglese, tedesco, finlandese e portoghese, con cori di entusiasmo.
E' uscito proprio in questi giorni in Italia per Tea Editore "Il libro dell'amore di Gus & Waldo", nel quale grandi e piccini potranno assistere alla storia sentimentale dei due protagonisti: dal primo incontro in un centro commerciale alle loro movimentate vicissitudini quotidiane.
Come spiega l'editore "i pinguini, di natura, sono creature monogame. Ma questo non vuol dire che l'amore deve essere noioso. Anzi, questi due se la spassano come paguri: tra baci subaquei e corse in vespa, tra shopping e danze sfrenate coi loro MP3 e ancora shopping… ecco a voi Gus e Waldo. Essere innamorati non è mai stato così divertente", aggiungendo un post scriptum: "nessun pinguino è stato maltrattato nella creazione di questo libro"
Andando a curiosare sul sito ufficiale (www.gusandwaldo.com), su MySpace, o sul breve episodio visibile su YouTube, è già possibile farsi un'idea dei due pinguini queer, delle loro personalità e stili di vita. E mentre in Inghilterra esce il terzo volume "Gus & Waldo's book of sex" - con particolari piccanti sull'intimità della coppia - la Apple si sta già muovendo per lanciare una serie di libri interattivi da scaricare sull'iPhone, e si vocifera di un imminente approdo sul grande schermo.
Rimanendo in tema di cinema, si segnala il debutto delle tematiche omosessuali in un genere che fino ad ora non le aveva neanche sfiorate: il mondo dei supereroi. Se è vero che un sospetto su Batman e Robin (e un pensierino su SpiderMan/Maguire) l'abbiamo avuto in molti, è anche vero che un coming out in piena regola non si era mai visto. Ma ora il maestro Stan Lee, icona dei fumetti Marvel (e autore, tra gli altri, di Batman, Wonder Woman, Thor, Silver Surfer) sta lavorando alla produzione di un progetto, in collaborazione con la Showtime, in cui il protagonista è un adolescente supereroe gay che, oltre a difendere la propria identità segreta, si ritrova a dover nascondere anche il proprio orientamento sessuale. Il plot è ispirato a Hero, un romanzo di Perry Moore, che ne seguirà anche la sceneggiatura.
Insomma: meglio un giorno da pinguino orgoglioso che 100 da supereroe!

sabato 22 novembre 2008

Le note stonate del coro cattolico

Insomma, lo so, è una canzone già sentita: di gay, lesbiche e altre amenità la gerarchia cattolica non vuole proprio sentirne parlare.

Forse anche molti gay e molte lesbiche non vorrebbero sentir parlare di Vaticano, ma la questione è un po’ più complessa, perché da piazza san Pietro non si perde occasione per far sentire cori di condanne, censure e anatemi a 360°.

Alcuni giorni fa, ad esempio, il Vaticano tra squilli di trombe e rulli di tamburi ha emanato un documento in merito alla selezione per aspiranti seminaristi secondo il quale dovranno essere verificate eventuali "tendenze omosessuali fortemente radicate" nei candidati, e le stesse, una volta accertate attraverso apposito test psicologico, saranno motivo di esclusione. E’ anche noto che l’abito talare non è così ambito in questi tempi, quindi apprezziamo il coraggio di rendere più restrittivi i criteri di selezione della s.s. (non equivochiamo: significa santa sede). La buona notizia? Beh, a nome del popolo gay ringrazio Ratzinger per aver contribuito a lasciare svincolati dal voto di castità un gran numero di preti mancati (v. foto a sinistra), che rimarranno così liberi di vivere serenamente i loro desideri affettivi e sessuali.

Per non apparire troppo cinico, comunque, vi invito a rileggere un post sul rapporto tra fede e omosessualità pubblicato a luglio su questo blog, da cui si percepisce chiaramente che i gesuiti sulle questioni glbt hanno un’opinione decisamente più illuminata e friendly rispetto a certi oscurantismi reazionari delle gerarchie vaticane.

Sempre in relazione alle note oscure del coro cattolico, metto in evidenza un’altra notizia recenteer aver lasciato liberi dal voto di castità un gran numero di preti mancl coraggio della S.S. (significa santa sede, non equivo che non ha avuto molta diffusione. Si tratta dell’infiltrazione di due giornalisti d’assalto, Ornella De Zordo e Saverio Tommasi, in un cosiddetto “campo di guarigione” per gay (uno di quei centri che dichiarano di utilizzare la preghiera per “guarire” dall’omosessualità, nonostante la condanna unanime dell’ordine degli psicologi). Il risultato di questa incursione è visibile su You Tube cliccando qui: ve ne consiglio vivamente la visione per avere una misura del senso del grottesco che l’essere umano può raggiungere, e per comprendere a che punto può arrivare l’integralismo ispirato a riferimenti attualissimi e perfettamente contestualizzati come la Genesi o il Levitico (parliamo del primo e terzo libro della plurimillenaria Bibbia, testo sacro per qualcuno, trattato sociologico ante litteram per altri). Ovviamente in questo caso la buona notizia è rappresentata dal lavoro dei due giornalisti che si sono spinti in prima linea per fare vera informazione, e per suonarle di Santa Ragione ai sedicenti guaritori (è anche possibile ringraziarli del servizio prestato facendo una donazione su questo link).

Eppure il mondo cattolico è più complesso di quanto il Vaticano voglia mostrare, e gli esempi positivi, come spesso accade, sono ben lontani dai palazzi del potere: si manifestano tra la gente comune, gli eroi anonimi e sconosciuti che non fanno notizia. E’ il caso di un sacerdote della comunità delle Piagge, a Firenze, che durante la messa di domenica 23 novembre celebrerà la benedizione delle nozze d'argento tra Fortunato Talotta e la moglie Sandra Alvino, nata uomo e successivamente diventata donna. La coppia è sposata civilmente da 25 anni: desidererebbe celebrare anche il matrimonio religioso, ma il loro sogno è costantemente osteggiato dalle gerarchie ecclesiastiche, qui rappresentate dal vescovo Antonelli.

Importante la presa di posizione del parroco, don Alberto Santoro: “Ogni anno alle Piagge con la comunità abbiamo acceso una candela e scandito i nomi delle tante persone uccise nel mondo per l’intolleranza e l’ostracismo verso le persone omosessuali, trans, transgender. Questi nomi e queste storie non possono e non debbono essere dimenticate. Fortunato e Sandra al momento non potranno coronare il sogno di sentire un organo che suona la marcia nuziale del loro matrimonio, ma Don Alberto con il suo gesto ha preso una decisione simbolicamente molto importante: ha fatto sentire una voce fuori dal coro.

Per qualcuno sarà stonata, ma per noi è una voce che dà maggiore armonia ad un mondo che, nonostante tutto, continua inesorabilmente a cantare. Pardon: a cambiare.

mercoledì 19 novembre 2008

Mondo trans

Sfilare da transessuale in una via pubblica non è un gesto semplice.
Eppure a Parigi è successo, il mese scorso. E nonostante la scarsa eco data dalla stampa nazionale proviamo a dare voce all'evento in questo blog: 400 persone, tra transessuali FtM, MtF, transgender, travestite e intersessuali*, si sono radunate a Belleville per partire in direzione Beaubourg nell'ambito della manifestazione ExisTrans (un gioco di parole che si potrebbe tradurre come "esistenza trans"), giunta quest'anno alla decima edizione.
A differenza della realtà italiana in cui l'attivismo trans compare in forma più silenziosa all'interno dei movimenti glbt, in Francia pare entrato in una fase di forte rivendicazione dei propri diritti: «Siamo una minoranza nella minoranza, è dunque fondamentale mobilitarci perchè se le cose migliorano poco alla volta, sono ancora lontane dall’essere risolte», spiega la colorata Caphi.

Come riportato sul sito francese Hactivist News Service, nel comunicato del collettivo "Unit-T contro la transfobia" (qui tradotto in italiano grazie al provvido intervento di FraBo) inviato a seguito dell'ennesimo atto di violenza basato sulla discriminazione di genere, "la transfobia è un'oppressione specifica che investe le persone non conformi al sistema di genere binario e prefissato che assegna agli individui un genere maschile o femminile. La transfobia tocca: le persone androgine, i ragazzi effeminati, le ragazze mascoline, gli FtM (Female to Male), le MtF (Male to Female), le persone intersessuali, le persone che non si identificano e non vengono percepite né come uomini né come donne, le persone transessuali e transgender.
La transfobia ha delle conseguenze concrete: rende lo spazio pubblico uno spazio sempre potenzialmente pericoloso, rende invisibili le persone trans invalidando la loro esistenza sociale nel proprio genere di elezione, e può quindi indurle a ripiegarsi su se stesse, ad aver paura di essere visibili vivendo sempre più isolate. Essere vittima di transfobia vuol dire avere delle difficoltà nel ritirare un pacco alla posta, essere clandestine nel proprio paese perché i documenti non corrispondono all'identità, vuol dire avere delle difficoltà a trovare un impiego, un alloggio, vuol dire trasformare un banale controllo del biglietto sull'autobus nell'obbligo di esporre la propria vita privata, vuol dire sentirsi in pericolo per strada davanti alla polizia, subire quotidianamente delle violenze simboliche o fisiche, essere in balia delle psichiatre, le sole abilitate a giudicare la validità della nostra identità e della nostra esistenza".
Il comunicato poi si conclude con un elenco di istanze del movimento trans che rende l'idea della situazione attuale (in Francia come in Italia):
  • L'inserimento della discriminazione di genere nella legge (Codice civile, Diritto del Lavoro, Codice Penale…)
  • La facilitazione della modifica di stato civile
  • Una vera politica di lotta contro le discriminazioni basate sull'identità di genere
  • Una politica di educazione e prevenzione generalizzata sulla transfobia e sulle identità trans
  • L'istituzionalizzazione delle lotta necessaria contro la visione binaria di genere e l'eterosessismo, al fine di lottare efficacemente contro la transfobia così come contro la lesbofobia, l'omofobia e il sessismo
  • E più in generale la depsichiatrizzazione delle questioni trans, così come una rifondazione delle relazioni tra il corpo dei medici e le persone trans.
Tornando sul nostro territorio, segnaliamo che sabato 22 novembre verrà celebrato il 9° TDoR, il Transgender Day of Remembrance, un'iniziativa internazionale dedicata alle vittime della transfobia che vedrà coinvolte anche varie piazze italiane, con la partecipazione di numerose associazioni glbt locali a dare manforte al movimento nazionale AzioneTrans.

Per concludere in bellezza consigliamo di visitare la galleria fotografica pubblicata da gay.tv in cui è possibile ammirare le immagini che ritraggono l'ormai famoso trans FtM americano Thomas Beatie durante alcuni momenti di intimità in dolce attesa della piccola Susan Juliette, nata a luglio di quest'anno.
Un corpo che si trasforma, uno che nasce.
E il mondo quanto impiegherà ancora per trasformarsi ed imparare ad accettare tutte le diversità..?
Rimaniamo in attesa del lieto evento, e facciamo di tutto perché presto avvenga.

NOTA: *per le definizioni tecniche relative all'identità sessuale si rimanda alla pagina specifica di Wikipedia

lunedì 17 novembre 2008

Anche le lesbiche fanno sesso

Ebbene sì.
So che questa notizia stupirà una certa categoria di eterosessuali maschi che - in virtù di un radicato stereotipo - non si spiegano come sia possibile un atto sessuale appagante tra due donne... ma pare proprio che sia così!
Le dinamiche del rapporto sessuale saffico sono dettagliatamente descritte e illustrate in un libro uscito da pochi giorni in Spagna intitolato "Tu dedo corazòn" (Il tuo dito, il cuore) di Paloma Ruiz, corredato da 90 fotografie che ritraggono le volontarie che si sono offerte di posare gratuitamente per la causa: "Volevamo offrire qualcosa di autentico, veritiero. Ecco il motivo per cui non siamo ricorse all'utilizzo di modelle" spiega l'autrice.
Non solo un kamasutra lesbico, dunque, ma piuttosto un manuale che cerca di spiegare chiaramente come funziona un rapporto sessuale tra due donne, e soprattutto di approfondire i temi connessi alla realtà sociale delle lesbiche. La pubblicazione ha infatti lo scopo dichiarato di sensibilizzare e informare sulla condizione sociale e sul rispetto dei diritti annessi e connessi, un obiettivo che si può raggiungere sì con la conoscenza dell'argomento, ma anche sfatando miti e rompendo i tabù legati alla sessualità.
L'idea è nata nel 2004, quando la Ruiz ha presentato una tesi di dottorato che affrontava il tema della sessualità lesbica e la sua rappresentazione sul web, un lavoro che ha dato vita al bellissimo kamasutralesbico.net, un sito oggi molto cliccato da donne e persone curiose di saperne qualcosa di più.
La mia personale opinione è che il grado di liberazione sessuale in una società è un dato rappresentativo del suo stato di benessere. Massimo sostegno quindi ad ogni operazione rivolta a raggiungere quest'obiettivo, e ben vengano le buone notizie dalle nostre sorelline lesbiche per dare manforte in un panorama così ricco di complessità ma tendenzialmente compresso/represso in un magma eterosessista di indistinto (finto) pudore.
E magari così impareremo ad ampliare la scelta tra il dito e la luna, per puntare dritto al cuore.

giovedì 16 ottobre 2008

Pac Man, Pac Woman e Pac Trans

E' opinione diffusa che i videogames siano roba da maschi-eterosessuali-nerd-adolescenti-brufolosi. Ebbene, andando oltre lo stereotipo, ho scoperto che nell'epoca contemporanea è possibile analizzare la visibilità glbt anche attraverso l'evoluzione dei videogiochi.
Già un sito come gaygamers.net (in lingua inglese) può dare un'idea della varietà di orientamento sessuale dell'utenza, con tanto di elezione del gaygamer della settimana, così come il video su YouTube dal titolo "What's the difference", con una carrellata di 20 coppie su 20 divani, ognuna con le proprie specificità davanti alla console o al pc, può dare un'idea della trasversalità dei giochi elettronici. Ma entrando più nello specifico dei contenuti ci si imbatte in un mondo di piccoli dettagli o grandi tematiche che si sono fatte strada tra Play Station, Game Boy e affini, e si può scoprire che l’introduzione più o meno evidente di tematiche omosessuali aumenta nel corso degli anni di pari passo con la visibilità del popolo GLBT.
Partendo dalle origini, la Nintendo ha da sempre attuato una politica di "supervisione" dei suoi prodotti: gli sviluppatori prima di rilasciare un nuovo gioco dovevano sottostare al protocollo dell'azienda nipponica, rendendo improbabile l'uscita di videogame dai contenuti giudicati "ambigui". Nel 1988 però qualcosa sfugge ai rigidi controlli: nel manuale di Super Mario Bros 2 il miniboss Birdo (nella foto in alto) viene descritto come un maschio con "idee...un po' confuse", e il fioccone rosso certo non contribuisce a schiarirle. La censura arriva solo in un secondo tempo, con il ritiro di tutti i manuali invenduti negli USA... ma ormai il tabù è violato! Infatti nelle uscite successive Birdo cambierà il nome in Strutzi e verrà declinato al femminile. Insomma, il primo caso di cyber-transgenderismo! Comunque gli anni passano, i tempi cambiano, e agli albori del nuovo millennio la Rare arriva ad inserire in Banjo-Tooie una rana gay, Jolly Roger, che chiede esplicitamente ai due protagonisti del gioco di salvare il proprio innamorato.

Meno politcally-correct l'altra grande casa di produzione giapponese, la SEGA: l'occidente negli anni '90 importa una grande quantità di giochi, senza torcere il naso davanti a violenza, sangue, e temi (etero)sessuali. Ma non permette di oltrepassare il confine a eventuali riferimenti glbt. Anche qui le maglie della censura si allentano gradatamente, con effetti talvolta comici: è il caso di Phantasy Star II. A differenza della versione nipponica, quella occidentale viene epurata di qualsiasi riferimento all'omosessualità, tranne quella del musicista, un personaggio del gioco che insegna la tecnica musicale al/la giocatore/giocatrice protagonista: ai più attenti non è sfuggito infatti che fa tariffe molto più economiche agli uomini piuttosto che alle donne durante le sue lezioni.
Da qui la carrellata dell'evoluzione glbt prosegue con tutte le identità e gli orientamenti possibili: c'è Curtis Craig, bisessuale in Phantasmagoria 2, ci sono Lady Howard ed Estelle Stiles, donne lesbiche e amanti che condividono lo stesso letto in Gabriel Knight 3, o ancora Vamp, il vampiro esplicitamente bisessuale in Metal Gear Solid 2.
Spostandoci in tempi più recenti, si segnalano Bioshock e Bully, in cui il protagonista, Jimmy Hopkins, può baciare uomini e donne per guadagnare energia. L'aspetto interessante è che nessuno dei personaggi del gioco con diverso orientamento sessuale mostra comportamenti effeminati o stereotipati. Altrettanto interessante il fatto che gli sviluppatori nella Scolarship Edition dello stesso gioco abbiano previsto tra i cosiddetti "trucchi" - per ottenere il punteggio massimo di completamento - l'opzione "Over the rainbow", sbloccabile ricevendo 20 baci dai ragazzini!
Infine merita una menzione particolare Fable, un RPG (Role-playing game, gioco di ruolo) firmato dal guru dei cosiddetti god-games, Peter Molyneux, talmente rivoluzionario che le opzioni di simulazione si spingono fino alla possibilità di fidanzarsi, avere rapporti sessuali e sposarsi con persone dello stesso sesso: in questo mondo virtuale anche le comparse mostrano grande apertura mentale perché non giudicano in alcun modo le scelte del/la protagonista.
Navigando sul web il materiale è molto vasto, ma chi volesse approfondire può cominciare dalla sezione di Wikipedia (in lingua inglese) intitolata "Personaggi GLBT nei videogiochi" e proseguire con la carrellata di giochi con personaggi GLBT in vendita su Amazon.com.
E magari continuare a diffondere nel mondo reale anche le conquiste GLBT del virtuale.

sabato 11 ottobre 2008

Due volte genitori

Se chiedete a qualunque gay o lesbica quale sia stato uno dei momenti più emozionanti della loro vita, è quasi certo che vi risponderanno "fare coming out con i miei genitori!". E' cosa nota.
Ma la reazione di mamma e papà all'evento, e il processo di elaborazione che ne consegue, è un aspetto piuttosto sconosciuto e quasi del tutto inesplorato. Ci ha provato Claudio Cipelletti, già regista nel 1998 del lungometraggio "Nessuno uguale", con un film/documentario dal titolo emblematico "Due volte genitori" (qui il trailer e qui il sito su MySpace).
Ho assistito alla proiezione del film tenutasi a Torino l'8 ottobre 2008 in occasione della presentazione del progetto "Family Matters in Piemonte", a cura dell’Università del Piemonte Orientale e della Regione Piemonte, una ricerca esplorativa sul vissuto delle famiglie piemontesi e italiane con figli/e omosessuali, avente il fine ultimo di sensibilizzare l'opinione pubblica per prevenire la violenza contro giovani gay e lesbiche, in linea con gli scopi del programma comunitario Daphne del quale è parte integrante.
Nel film, prodotto dall'AGEDO - l'associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali -
e interpretato dagli stessi soci (persone reali che qui, condividendo il proprio vissuto, assurgono al ruolo di "personaggi"), Cipelletti attraversa le pareti di casa per entrare in una dimensione più intima, per ascoltare e osservare genitori e figli mentre raccontano l'evento del coming out avvenuto nei modi più vari e imprevedibili, con sorrisi, malinconie, pianti e pause di silenzio ricche di suggestione.
Alcune scene sono invece dedicate ad una seduta di auto-aiuto in cui i genitori AGEDO confessano le proprie esperienze, la consapevolezza delle proprie debolezze, gli aspetti più intimi di chi si ritrova ad affrontare una nuova difficoltà, le paure di chi la sta vivendo, i consigli dolci e rassicuranti di chi l'ha già affrontata, metabolizzata.

Il regista coglie però alcuni aspetti comuni
: quando i genitori scoprono per la prima volta di avere un figlio gay o una figlia lesbica si rendono conto di dover rivedere daccapo la loro posizione, rimodulare la scala di valori, fare i conti con le precedenti aspettative, mettersi profondamente in discussione, con una voglia di scoprire questo nuovo mondo sconosciuto (o conosciuto solo attraverso una cattiva informazione) in cui si trovano proiettati loro malgrado... e senza aver avuto la possibilità di prepararsi i bagagli in anticipo! La visione del film è accompagnata in sottofondo dalla certezza che il desiderio di andare avanti in questa esplorazione procede di pari passo con l'amore che madri e padri nutrono per i figli, fino a portarli all'accettazione incondizionata e alla conseguente rinascita: genitori, quindi, per una seconda volta.

P.S. Aggiungo un link ad un video che racconta di un coming out decisamente atipico... assolutamente da vedere ;-)

(Approfitto del post per salutare mamma e papà e mandargli un messaggio: vi voglio bene, due volte!)

giovedì 9 ottobre 2008

Animal Pride a Genova

Visto che non è stata molto pubblicizzata, proviamo a spargere la voce su questa interessante mostra inaugurata il 7 ottobre scorso a Genova. Il titolo è "Against nature?", e rimarrà aperta fino al 7 gennaio 2009 al Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria.
I lavori esposti a Genova sono una selezione dell'esposizione permanente del Museo di storia naturale dell'Università di Oslo, e data l'assenza di materiale disponibile attualmente sul sito del Museo Doria, consiglio di visitare il sito ufficiale del museo di Oslo (in lingua inglese) per averne un'idea.
La mostra, attraverso fotografie, modelli e installazioni, documenta il fenomeno dell'omosessualità in natura, facendola uscire dai vecchi e radicati stereotipi che ne relegavano la pratica solo in casi di estrema necessità (ad esempio dentro le gabbie degli zoo, o in assenza di animali del sesso opposto). L'elenco di animali che prevedono naturalmente una variabile omosessuale va da minuscoli insetti e giganteschi capidogli passando attraverso delfini, scimmie bonobo, fenicotteri rosa, pappagallini e altri ancora che si accoppiano occasionalmente con animali del loro stesso sesso, oppure formano coppie di fatto per tutta una vita.
Per chi volesse approfondire l'argomento si segnala una pubblicazione del 1999 in lingua inglese e non ancora tradotta in italiano: "Biological exuberance" di Bruce Bagemihl (qui la recensione) un libro che documenta scientificamente l'omosessualità in 450 specie animali e che con la sua uscita ha rivoluzionato l'approccio delle scienze biologiche nei confronti l'omosessualità in natura.
L'arca di Noè è tornata, senza diluvio, e più colorata di prima!

mercoledì 24 settembre 2008

Ordem e progresso.

In California piovono soldi per difendere le unioni tra persone dello stesso sesso: i più noti donatori e sostenitori della causa sono, al momento, Brad Pitt (non so se mi spiego...) e Steven Spielberg, che staccano orgogliosamente un assegno a testa da centomila dollaroni per dire no al referendum del prossimo novembre, la cosiddetta "Proposizione 8" (qui il testo in inglese), che ha l'obbiettivo di modificare la Costituzione della California allo scopo di riconoscere come matrimonio soltanto l'unione tra un uomo e una donna.
Un po' più a sud intanto, nonostante non arrivino i finanziamenti a sei cifre dei ricchi U.S.A., si registrano notevoli progressi politico/sociali in materia di diritti glbt. Continua infatti la trasformazione del Sud America, una graduale evoluzione per lo più ignorata dai media italiani, ma che prosegue comunque, e possiamo ben sperare che in un futuro prossimo raggiunga anche la vecchia Europa, come già accaduto in passato con Lambada, Tango e Samba...
In Argentina una sentenza di un giudice di Mar de la Plata ha concesso l'autorizzazione ad una transessuale di cambiare sesso sui propri documenti senza doversi sottoporre all'operazione chirurgica. Per chi non riuscisse a cogliere l'importanza di questa innovazione legata al rispetto dei diritti individuali e identità di genere, ricordo che in Italia, ad esempio, una trans che non intenda fare l'operazione è riconosciuta ufficialmente per tutta la vita con il nome maschile di nascita anche se ha già effettuato la transizione da un punto di vista estetico/ormonale. Idem e viceversa, ovviamente, per un trans che fa il passaggio da donna a uomo. L'unico esempio positivo di cui sono a conoscenza è quello dell'Università di Torino, caso esemplare in Italia in cui dal 2006 uno/a studente/ssa in fase di transizione può ottenere un secondo libretto universitario con l'identità in cui più si riconosce.
Ma tornando in Sud America, vorrei segnalare le dichiarazioni del Presidente del Brasile Luis Inacio Lula Da Silva. in materia di unioni civili riportando un estratto da Gay.it:
"(...) Il presidente ha dichiarato di essere a favore delle unioni civili. "Dobbiamo mettere fine a questa ipocrisia perché sappiamo che esistono - ha dichiarato in un'intervista ad una TV locale -. Ci sono uomini che vivono con altri uomini e donne che vivono con altre donne e molto spesso vivono straordinariamente bene. Costruiscono una vita insieme, lavorano insieme e io sono favorevole".
(...) Lula non ha perso l'occasione per attaccare chi si oppone ai diritti dei gay. "Una cosa che mi sorprende è il perché i politici che sono contrari non rifiutano i loro voti, perché, ad esempio, il Brasile non rifiuta le loro tasse. La cosa importante - ha continuato il presidente - è che siano cittadini brasiliani, che si impegnino per il bene comune. Io sono favorevole alle unioni civili".
Lula ha aggiunto che il Congresso sta lavorando su questo tema. (...) A giugno Lula è stato il primo presidente a lanciare una conferenza con il solo scopo di promuovere l'uguaglianza per le persone lgbt, nella quale ha annunciato il suo supporto per i diritti dei gay ed ha dichiarato di voler fare "tutto il possibile per la criminalizzazione dell'omofobia e l'approvazione delle unioni civili".
Impossibile non citare a questo punto l'ispiratore del motto del positivismo di Auguste Comte che compare sulla bandiera brasiliana: "L'Amour pour principe et l'Ordre pour base; le Progrès pour but" ("L'amore come principio e l'ordine come base; il progresso è lo scopo").