
E' opinione diffusa che i videogames siano roba da maschi-eterosessuali-nerd-adolescenti-brufolosi. Ebbene, andando oltre lo stereotipo, ho scoperto che nell'epoca contemporanea è possibile
analizzare la visibilità glbt anche attraverso l'evoluzione dei videogiochi.
Già un sito come
gaygamers.net (in lingua inglese) può dare un'idea della varietà di orientamento sessuale dell'utenza, con tanto di elezione del
gaygamer della settimana, così come il video su YouTube dal titolo "
What's the difference", con una carrellata di 20 coppie su 20 divani, ognuna con le proprie specificità davanti alla console o al pc, può dare un'idea della trasversalità dei giochi elettronici. Ma entrando più nello specifico dei contenuti ci si imbatte in un mondo di piccoli dettagli o grandi tematiche che si sono fatte strada tra Play Station, Game Boy e affini, e si può scoprire che l’introduzione più o meno evidente di tematiche omosessuali aumenta nel corso degli anni di pari passo con la visibilità del popolo GLBT.
Partendo dalle origini, la
Nintendo ha da sempre attuato una politica di "supervisione" dei suoi prodotti: gli sviluppatori prima di rilasciare un nuovo gioco dovevano sottostare al protocollo dell'azienda nipponica, rendendo improbabile l'uscita di videogame dai contenuti giudicati "ambigui". Nel
1988 però qualcosa sfugge ai rigidi controlli: nel manuale di
Super Mario Bros 2 il miniboss
Birdo (nella foto in alto) viene descritto come un maschio con "idee...un po' confuse", e il fioccone rosso certo non contribuisce a schiarirle. La censura arriva solo in un secondo tempo, con il ritiro di tutti i manuali invenduti negli USA... ma ormai il tabù è violato! Infatti nelle uscite successive Birdo cambierà il nome in
Strutzi e verrà declinato al femminile. Insomma, il primo caso di
cyber-transgenderismo! Comunque gli anni passano, i tempi cambiano, e agli albori del nuovo millennio la
Rare arriva ad inserire in
Banjo-Tooie una rana gay,
Jolly Roger, che chiede esplicitamente ai due protagonisti del gioco di salvare il proprio innamorato.

Meno politcally-correct l'altra grande casa di produzione giapponese, la
SEGA: l'occidente negli anni '90 importa una grande quantità di giochi, senza torcere il naso davanti a violenza, sangue, e temi (etero)sessuali. Ma non permette di oltrepassare il confine a eventuali riferimenti glbt. Anche qui le maglie della censura si allentano gradatamente, con effetti talvolta comici: è il caso di
Phantasy Star II. A differenza della versione nipponica, quella occidentale viene epurata di qualsiasi riferimento all'omosessualità, tranne quella del musicista, un personaggio del gioco che insegna la tecnica musicale al/la giocatore/giocatrice protagonista: ai più attenti non è sfuggito infatti che fa
tariffe molto più economiche agli uomini piuttosto che alle donne durante le sue lezioni.
Da qui la carrellata dell'evoluzione glbt prosegue con tutte le identità e gli orientamenti possibili: c'è Curtis Craig, bisessuale in
Phantasmagoria 2, ci sono Lady Howard ed Estelle Stiles, donne lesbiche e amanti che condividono lo stesso letto in
Gabriel Knight 3, o ancora Vamp, il vampiro esplicitamente bisessuale in
Metal Gear Solid 2.
Spostandoci in tempi più recenti, si segnalano
Bioshock e
Bully, in cui il protagonista, Jimmy Hopkins, può baciare uomini e donne per guadagnare energia. L'aspetto interessante è che nessuno dei personaggi del gioco con diverso orientamento sessuale mostra comportamenti effeminati o stereotipati. Altrettanto interessante il fatto che gli sviluppatori nella
Scolarship Edition dello stesso gioco abbiano previsto tra i cosiddetti "trucchi" - per ottenere il punteggio massimo di completamento - l'opzione "
Over the rainbow", sbloccabile ricevendo 20 baci dai ragazzini!
Infine merita una menzione particolare
Fable, un RPG (
Role-playing game, gioco di ruolo) firmato dal guru dei cosiddetti
god-games, Peter Molyneux, talmente rivoluzionario che le opzioni di simulazione si spingono fino alla possibilità di
fidanzarsi, avere rapporti sessuali e sposarsi con persone dello stesso sesso: in questo mondo virtuale anche le comparse mostrano grande apertura mentale perché non giudicano in alcun modo le scelte del/la protagonista.
Navigando sul web il materiale è molto vasto, ma chi volesse approfondire può cominciare dalla sezione di Wikipedia (in lingua inglese) intitolata "
Personaggi GLBT nei videogiochi" e proseguire con la carrellata di giochi con personaggi GLBT in vendita su
Amazon.com.
E magari continuare a diffondere nel mondo reale anche le conquiste GLBT del virtuale.